mercoledì 19 agosto 2009

Lettera al Presidente Napolitano

Chi le scrive sono lavoratrici e lavoratori della La.s.me 2 ( di san Nicola di Melfi - PZ ) che fino a ieri ha prodotto alzacristalli per le auto, nella nostra Basilicata una terra che amiamo e che non vogliamo abbandonare come tanti anni fa hanno fatto molti nostri genitori.
Le scriviamo perchè lei più volte nei suoi pubblici interventi ha richiamato la politica a intervenire per il SUD, per i giovani, per il lavoro.
Più volte gli spot slogan della politica hanno parlato gli investimenti per il lavoro e per il SUD.
Più volte abbiamo visto e sentito la politica parlare della nostra splendida terra, la più povera , dove le persone sono costrette ad emigrare anche per curarsi.
Oltre agli spot poi i fatti sono che nonostante le nostre naturali richezze, il petrolio e l'acqua, la nostra regione ha già messo in cassa integrazione 5000 famiglie di operai, donne uomini, mamme e papà.
Pochi giorni fà è toccato a noi ( 180 ), abbiamo visto, con i nostri occhi e sulla pelle dei nostri figli non solo chiudere i cancelli della nostra fabbrica, abbiamo potuto toccare con le nostre braccia di lavoratrici e lavoratori lo sfruttamento e la potenza dei grandi industriali sulla fatica di gente onesta e forse troppo ingenua, abbiamo potuto assistere al furto " IMMORALE " del nostro futuro.
Una persona, un imprenditore ( il nostro ) ha scelto di produrre al nord, nello stesso tempo ha derubato le nostre certezze e il nostro futuro senza aver avuto la possibilità di essere informati, senza aver avuto la possibilità di difesa di un nostro diritto.
Oggi noi siamo qui, fuori dalla fabbrica, senza un lavoro, noi siamo qui senza fiducia e speranza, perchè abbiamo compreso che la nostra onestà, la nostra speranza di una Basilicata migliore, fatta di giovani che hanno scommesso sulla propria pelle è stata smantellata da un atto che pare ormai di dominio pubblico.
Se lei ci guarda, potrà cogliere nei nostri occhi l'amarezza e nello stesso tempo la volontà di non credere più a niente e a nessuno, perchèabbiamo potuto constatare che i colossi, i potenti, i grandi, non si piegano di fronte alla fatica della gente operaia e onesta.
Chiediamo il suo intervento, chiediamo la sua fiducia, chiediamo che si schieri dalla parte più debole della società, dallaparte degli operai che oggi chiedono solo il " Diritto universale al Lavoro ".
Noi chiediamo solo di lavorare onestamente nella nostra terra, un lavoro semplice e onesto, uno sfruttamento sociale che ci permette di vivere dignitosamente e di poter far studizre i nostri figli affinchè per loro il domini sia migliore.
Noi carissimo carissimo Presidente, non ci sentiamo solo donne e uomini dalle braccia forti, noi ci sentiamo persone non solo capaci di produrre, ma anche menti intelligenti e giovani che non si lasceranno rubare da nessuno il futuro.
La preghiamo di intervenire, di non lasciarci soli.

F.to Fraternamente le intelligenze, le braccia, le mamme, i papà della La.s.me di Basilicata.

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